sabato 21 dicembre 2013

Sanremo 2014 - Frankie hi-nrg Mc - Pedala


 




 







Il testo

PEDALA
di F. Di Gesù – C. Galbignani  
   F. Di Gesù – C. Galbignani – L. Beccafichi
 
Scriviam la nostra storia usando biciclette,
 inseguendo la memoria su strade molto strette,
 su per le salite senza avere una borraccia, giù
 per le discese con il vento sulla faccia. Perché
 la bicicletta non importa dove porti, è tutto un
 equilibrio di periodi e di rapporti, è tutta una
 questione di catene e di corone, di grasso che
 lubrifica la vita alle persone. Come nella vita
 c’è una ruota che gira, una ruota che spinge e
 con quest’aria che tira se una ruota si fora la
 caduta è sicura: una toppa ripara, una ferita si
 cura. Non avere paura che sennò ti deconcentri,
 devi far coincidere i pesi e i baricentri.
 L’impegno di coppia per un singolo momento:
 due le forze in gioco, un solo movimento.
 Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
 Pedala – macina chilometri di strada
 Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
 Pedala – più in fretta
 Pedala – più in fretta…
 Se è libero il pignone lo sceglie la corona, che
 attraverso una catena condiziona il moto del
 sistema: monarchia meccanica che ha giurato
 fede eterna alle leggi della fisica. Statica,
 termodinamica, quasi democratica se quando si
 ferma si va a ruota libera, o tirannica, con la fissa
 dello scatto, senza i freni che difendon dall’impatto.
 È mansione del pignone fare la rivoluzione,
 portare il movimento in ogni direzione, in costante
 acrobazia irradia l’energia dal centro fino alla
 periferia. È solo una questione di rapporto tra
 ingranaggi e tutto gira liscio fino a che non ti
 scoraggi, che l’unico motore qui sei tu con il
 fiatone a spingere in salita per la vita il carrozzone.
 Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
 Pedala – macina chilometri di strada
 Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
 Pedala – più in fretta
 Pedala – più in fretta…
 Sai bene che la storia è ciclica, come la pazienza
 è biblica e la peggior salita è una discesa ripida,
 repentina, tutta tornanti, serpentina, peso
 in avanti, giù dalla china. Come una valanga
 controllata precipiti in picchiata, il paesaggio vola
 dentro a una zoomata. Guardi dove vai, vai dove
 vuoi, occhi aperti e sai come stai, fai come puoi.
 Il traguardo arriva quando meno te lo aspetti:
 è un parcheggio di bici appoggiate ai cavalletti,
 bici abbandonate là, senza controparte, pronte
 a ripartire se qualcuno parte. Pronte per andare
 lontano, cambiando i rapporti, andandoci piano.
 Pensa che una volta una bici fece piangere un
 uomo: diventarono amici. Lei gli chiese perdono.
 Pedala – insegui la tua storia ovunque vada
 Pedala – macina chilometri di strada
 Pedala – l’hai voluta tu la bicicletta
 Pedala – più in fretta
 Pedala – più in fretta…

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